domenica 17 febbraio 2008

Angeli, arcangeli, cherubini e serafini


Lorenzo Cherubini in arte 'Jovanotti'... e chi non lo conosce? Da sempre mi è stato sulle palle: per quel sorriso da ebete e il cappellino all'indietro, per il frasario sconnesso (Go Jovanotti go, Gimme five, all right!) e l' inutile scimmiottamento dei rappers americani degli inizi (ma già all'epoca in Italia c'era chi il rap lo faceva per davvero); e poi quelle magliette con la scritta 'E' qui la festa?' le trovavo davvero insopportabili: icone di un Italia giovanile edonista e qualunquista, della superficialità degli anni '80 e del modello Milano da bere che bisognava seguire a tutti i costi (solo i più giovani non ricordano le Timberland, Coveri, NajOleari, il Monclair, piazza San Babila e tutto il resto). Dunque davvero un 'ragazzo fortunato', come dice una sua celeberrima canzone: un perfetto paraculo che con canzoni idiote e uno scarso talento si trova ai vertici delle classifiche musicali italiane (ok non ci vuole tanto...) grazie ad un progetto ben studiato a tavolino dal guru Claudio Cecchetto.
Questo il Jovanotti dei primi tempi...poi ad un certo punto della sua carriera si è assistito ad una bella sterzata (opportuna o opportunistica?) che lo ha portato ad un maggiore impegno sociale e a delle riflessioni più attente e meno banali sulla vita quotidiana (vabbè non era difficile visto i precedenti...).
Ho seguito il suo percorso spesso con indifferenza, ritenendo il personaggio assolutamente non credibile come testimone di una generazione e trascurabile (a volte imbarazzante...) nel momento in cui intervieniva su temi politici (ho vaghi ricordi di comparsate a Porta a porta o in qualche Tg); si tratta a mio parere di una persona fortunata che ha avuto più dei suoi reali meriti (troppe persone in Italia con molto più talento non hanno avuto nemmeno un centesimo delle sue chance...) ma con un approccio alla musica appassionato e sincero, artgiano e spontaneo, con esiti talora interessanti.
Scrivo di lui ora visto che è uscito da qualche settimana il nuovo cd 'Safari' che mi sono preso la briga di ascoltare durante il mio girovagare a bordo della PandaPoste: devo ammettere che è meno banale di quanto si possa pensare (c'è una certa ricerca sia nei testi che a livello musicale che ho apprezzato) e che se potessi andrei ad ascoltarmi un concerto di Jovanotti dal vivo (anche perchè si attornia sempre di musicisti di un certo spessore...).
Un segno dell'età che avanza (intendo la mia) e del conseguente rincoglionimento?

1 commento:

Chiara ha detto...

Che sia anche la sua età ad avanzare???
Ultimamente mi sono presa la briga di procurarmi tutta la sua discografia...più per lo sfizio di essere una figlia degli anni '80 che per una vera passione...ma spulciando qua e là c'è qualche pezzo interessante...