
E' a dir poco raccappricciante quello che si è scoperto in Austria in questi giorni: l’ingegner Josef Fritl ha tenuto la figlia Elizabeth segregata nella cantina di casa per 24 anni ed ha avuto con la stessa 7 figli: 3 cresciuti ‘amorevolmente’ con la moglie (...nonna) al piano di sopra, altri 3 lasciati con la madre nel seminterrato ed il settimo, nato morto, incenerito nella caldaia...non c’è che dire, una storia degna dei nostri peggiori incubi di bambino! Torna alla memoria una vicenda molto simile risalente ad un paio di anni fa che ha coinvolto tale Natascha Kampusch, tenuta prigioniera per otto anni da uno psicopatico, sempre in Austria, e che poi è riuscita a sfuggire al proprio sequestratore. E’ il caso di rifuggire dalla tentazione di generalizzazioni e comunque lascio a sociologi e psicologi qualsiasi analisi dei due casi...però mi vengono in mente le immagini di quella sorta di ‘Pulp Fiction’ all’austriaca che è stato 'Canicola' di Ulrich Seidl, film del 2001 che ci ha mostrato uno spaccato di un Austria fatta di noia, squallore, eccessi e decadenza morale...ma è il caso di dire che i fatti recenti hanno superato la fantasia di qualsiasi sceneggiatore cinematografico.

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