venerdì 15 maggio 2009

Testimonial


Qualche settimana fa mi è capitato di assistere cui a Belluno all’incontro di un ragazzo afgano con una vasta platea di studenti delle scuole medie. Alidad Shiri, questo il suo nome, ha raccontato quella che è stata la sua esperienza di profugo a ragazzi poco più piccoli di lui.

Dopo aver perso il padre ucciso dai talebani, la madre, la nonna e la sorella sotto un bombardamento, all’età di 11 anni ha deciso, inizialmente aiutato dai suoi zii, poi da solo, di abbandonare l’ Afghanistan, paese non più sicuro per lui, alla ricerca di un avvenire migliore. E’ partito alla volta del Pakistan, poi verso l’Iran, dove ha lavorato per due anni guadagnandosi i soldi per arrivare in Europa. Varie peripezie lo hanno portato prima in Grecia, poi in Italia, sempre nella piu completa clandestinità. Una volta arrivato a Venezia è riuscito ad legarsi sotto un Tir, con l’intenzione di andare a Londra. Dopo alcune ore di viaggio e centinaia di kilometri percorsi, sfinito, ad uno stop dell’automezzo, decide di abbandonare la scomoda posizione assunta. Si trova ad un’area di servizio dell’A22 , l’Autobrennero, i Carabinieri lo fermano per un’identificazione, lo portano in caserma. Ma è fortunato. Gli viene trovato un alloggio in un Kinderdorf , casa per fanciulli che si trovano in situazioni di particolare difficoltà, un insegnante, Gina Abbate, si occupa di lui, lo avvia alle scuole superiori, insieme scrivono un libro “Via dalla pazza guerra”. Ora ha diciassette anni e la possibilità di girare l’Italia per raccontare la sua storia, ma ha soprattutto l’opportunità di inseguire il suo sogno: diventare avvocato e tornare in Afghanistan, per aiutare le vittime di ingiustizie.

E’ alle sue vicende che va la mia memoria quando in questi giorni accendo la televisione e sento parlare di emergenza profughi, di dispute tra Lega nord e Berlusconi per chi respinge su ordine di chi, di medici che denunciano clandestini, di asilo politico e di reato di immigrazione clandestina (dov’ è la sottile linea che segna il confine tra ciò che è lecito e ciò che è criminale?)

…e penso al pubblico dell`arena televisiva che il sangue lo vuole vedere… che sono tempi di crisi ma soprattutto di campagna elettorale…di colpi bassi, di sondaggi, di demagogia e di populismo… e penso che cosi proprio non va, perché va bene tutto ma abbiamo una dignità… penso a quella povera gente su un barcone, stipati, disperati sotto il sole che scotta e l’acqua che bagna, il freddo che punge e la fame che buca lo stomaco….sulle spalle di quella povera gente però proprio no…non ce la faccio a reggere…persone (??!) …scuoto la testa e spengo la TV.

1 commento:

luca ha detto...

Ho conosciuto un collega di mia moglie il ciu zio era insegnante di matematica al liceo dell'ONOREVOLISSIMO Maroni. Ebbene, descrive l'allora alunno Maroni come il classico figlio di papa', sfaccendato, fannullone e fancazzista che tanta buona letteratura ci insegna a conosceree ed amare(!!!!).
A giudicare dalla persona che e' diventata oggi, si direbbe che ha saputo preservare intatto nel tempo il suo animo puro....