giovedì 3 aprile 2008

Voolaree! Oh oh...

La vicenda di Alitalia di questi giorni mi ha rotto le palle.
Alitalia, compagnia di bandiera italiana, è
un’impresa in passivo che non è riuscita
a rimanere sul mercato...praticamente da sempre! (d’altronde hostess e stewart arrivati all’ aeroporto di destinazione se ne vanno in un hotel a cinque stelle, spesati...). Per decenni è stata foraggiata con i soldi dei cittadini italiani che hanno mantenuto in vita questo enorme carrozzone. In questo periodo di vacche magre i nodi sono venuti al pettine: non si può più mantenere una compagnia aerea, solo perché ‘di bandiera’, con i soldi pubblici...non è il momento storico più adatto (il piatto piange...ve ne siete accorti?). In tal senso è significativo come possibili acquirenti (Air France in un comunicato stampa di ieri ) parlino a proposito di questa azienda di ‘attività deficitarie’ e della necessità di un ‘rapido ritorno alla redditività...
La strada della privatizzazione (Alitalia è per il 49% in mano pubblica) è l’unica percorribile e lo si è capito da qualche anno: l’azienda deve essere lasciata al mercato, sarà solo questo a decidere se è il caso che rimanga in vita o meno... bisogna auspicarsi che al più presto arrivi un nuovo proprietario che porti l’azienda, con i minori costi sociali possibili, ad essere concorrenziale e capace di camminare sulle proprie gambe, senza l’ausilio di stampelle; e non importa che il nuovo gestore sia italiano, francese olandese o di chissà dove
...ciò che interessa è che vi sia una amministrazione efficiente, non onerosa per i contribuenti. Circa l’attuale stato di Alitalia i sindacati hanno una forte responsabilità: a suon di scioperi e con il ricatto della perdita di posti di lavoro hanno mantenuto in vita un paziente agonizzante. Ovviamente anche i politici hanno fatto e fanno la loro parte: lo dimostra la strumentalizzazione della vicenda Alitalia a fini elettorali di questi giorni...mi fa specie che una parte politica che si dice ‘liberale’ (il Popolo delle Libertà...) sia preoccupata del fatto che sia il mercato a decidere il destino di un’azienda, questo mi pare contraddittorio, se vogliamo parlare di destra liberale, moderna e non populista e demagogica...ma si sa è tempo di elezioni , è conveniente fare bella figura, ed è il caso di spararla grossa con annunci di possibili cordate di imprenditori indigeni pronti a salvare la patria e la (compagnia di) bandiera.

Nessun commento: