venerdì 19 settembre 2008

Who`s next?


Come non appassionarsi alle vicende di Barack Obama, primo afro~americano candidato alla Presidenza degli Stati Uniti? Giovanissimo (almeno per i tempi della politica), nato ad Honolulu da padre Kenyota e madre del Kansas, si laurea alla Columbia University in Scienze politiche, poi ad Harvard in Giurisprudenza, diventa avvocato, poi senatore democratico al congresso Americano.
Una vita trascorsa bruciando le tappe. Nel 2007 si candida alle primarie del partito democratico per concorrere alla carica di presidente degli States; nell`estate di quest`anno, dopo un` estenuante testa a testa, ha la meglio su Hillary Clinton, alla vigilia data per favorita, ed ottiene la nomination democratica. L`uomo di colore mandato dalla Provvidenza per fondare una nuova America deve far velocemente dimenticare agli Statunitensi e al resto del mondo quella che è stata una delle peggiori gestioni presidenziali, quella con a capo George Bush (dubbi in proposito?). Farsi eleggere non è una missione semplice. Bisogna persuadere il popolo Americano in un momento particolarmente difficile. Recessione economica, prezzo del petrolio alle stelle , caro vita e con la patata bollente medio oriente lasciata tra le mani dalla amministrazione uscente. Difficile convincere poi lo zoccolo duro degli Stati Uniti. Quella fascia che va dal Nevada al Tennessee che non vede di buon occhio un nero alla guida del Paese.
Sulla strada di Obama c`è il veterano John McCain, sorta di John Wayne del nuovo millennio (famoso per la sua condotta eroica in Vietnam...) affiancato alla vicepresidenza da quella che appare come la vera novità delle ultime settimane, Sarah Palin, la bella governatrice dello Stato dell`Alaska (meno abitanti della provincia di Padova...), autodefinitasi `hockey mum`, e `pittbull col rossetto`, calata dall`alto per ottenere i voti delle sostenitrici di Hillary Clinton deluse dalla mancata candidatura della loro beniamina. In questo tempo di crisi economica ed incertezza nel futuro gli americani sono ad un bivio importante: tentare la strada del rinnovamento (ad esempio rispetto alla gestione delle risorse energetiche, alla politica estera americana...), della speranza, della fiducia nell`innovazione, appoggiando la candidatura di Barack Obama, oppure affidarsi alla tradizione, alla continuità, ai vecchi valori impersonati dal candidato repubblicano? Sono poche e decisive le settimane che ci separano dall`Election day: il confronto si farà serrato e già da ora non mancano i colpi bassi (
è sufficiente guardare qualche spot pubblicitario su youtube per farsene una idea...). Ma a noi non resta che aspettare il 4 novembre per conoscere l`esito di una consultazione il cui esito fatalmente interesserà non solo il popolo Americano ma tutto il resto del pianeta.

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